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      Ma da molti altri era piú predicata la confidenza di Ferdinando, che non per tempo brevissimo, come il re di Francia, ma per spazio di piú dí si fusse rimesso in potestà sua; perché avendolo spogliato di uno regno tale, con tanto danno delle sue genti e con tanta ignominia del suo nome, aveva da temere che grande fusse l'odio e il desiderio della vendetta, e perché s'aveva a sospettare piú dove era maggiore il premio della perfidia. Del fare prigione il re di Francia non riportava Ferdinando molto frutto, per essere in modo ordinato, con le sue leggi e consuetudini, il reame di Francia che non per questo diminuiva molto di forze e di autorità; ma fatto prigione Ferdinando non era dubbio che, per avere eredi di piccolissima età, per essergli reame nuovo il reame di Napoli, e perché gli altri regni suoi e quello di Castiglia sarebbeno stati per vari accidenti confusi in se stessi, non arebbe il re di Francia, per molti anni, ricevuto dalla potenza e armi di Spagna ostacolo alcuno.
      Ma non dava minore materia a' ragionamenti il gran capitano; al quale non erano meno volti gli occhi degli uomini, per la fama del suo valore e per la memoria di tante vittorie: la quale faceva che i franzesi, ancora che vinti tante volte da lui e che solevano avere in sommo odio e orrore il suo nome, non si saziassino di contemplarlo e onorarlo, e di raccontare a quegli che non erano stati nel reame di Napoli, chi la celerità quasi incredibile e l'astuzia quando in Calavria assaltò all'improviso i baroni alloggiati a Laino, chi la costanza dell'animo e la tolleranza di tante difficoltà e incomodi quando, in mezzo della peste e della fame, era assediato in Barletta; chi la diligenza e l'efficacia di legare gli animi, gli uomini, con la quale sostentò tanto tempo i soldati senza danari; quanto valorosamente combattesse alla Cirignuola, con quanto valore e fortezza d'animo, inferiore tanto di forze, con l'esercito non pagato e tra infinite difficoltà, determinasse non si discostare dal fiume del Garigliano; con che industria militare e con che stratagemmi ottenesse quella vittoria, quanto sempre fusse stato svegliato a trarre frutto de' disordini degl'inimici: e accresceva l'ammirazione degli uomini la maestà eccellente della presenza sua, la magnificenza delle parole, i gesti e le maniere piene di gravità condita di grazia.


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Storia d'Italia
di Francesco Guicciardini
pagine 2094

   





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