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      Negava il re costare della colpa di costoro: la quale perché era disposto a punire aveva fatto ritenere molti dí Giovanni nel castello di Milano, ma non apparendo indizio alcuno del delitto loro, non volere mancare della fede alla quale pretendeva di essere obligato; e nondimeno, per fare cosa grata al pontefice, essere disposto a tollerare che egli, con le censure e con le pene, procedesse contro a loro come contro a ribelli della Chiesa; cosí come non si era lamentato che in Bologna, in sulla caldezza di questo moto, fusse stato distrutto da' fondamenti il palagio loro.
     
     
      Lib.7, cap.9
     
      Minacce di Massimiliano contro il re di Francia; sospensione d'animi in Italia. Il contegno del pontefice. Raffreddamento degli animi de' príncipi tedeschi alla dieta di Costanza. Deliberazioni della dieta, e timori in Italia.
     
      Procedeva nel tempo medesimo la dieta, congregata a Gostanza, con la medesima espettazione degli uomini con la quale aveva avuto principio. La quale espettazione Cesare nutriva con varie arti e con magnifiche parole, publicando d'avere a passare in Italia con esercito tale che forze molto maggiori di quelle del re di Francia e degli italiani uniti insieme non potrebbono resistergli. E per dare maggiore degnità e autorità alla causa sua, dimostrando essergli fisso nell'animo il patrocinio della Chiesa, aveva per sue lettere significato al pontefice e al collegio de' cardinali avere dichiarato il re di Francia ribelle e inimico del sacro imperio, perché era venuto in Italia per trasferire nella persona del cardinale di Roano la degnità pontificale e in sé la imperiale, e per ridurre Italia tutta in acerba soggezione; prepararsi per venire a Roma per la corona, e per stabilire la sicurtà e la libertà comune; e che a sé, per la degnità imperiale avvocato della Chiesa e per la propria pietà desiderosissimo di esaltare la sedia apostolica, non era stato conveniente aspettare d'essere richiesto o pregato di questo, perché sapeva il pontefice per paura di tanti mali essersi fuggito da Bologna, e la medesima paura impedire che né egli né il collegio non facessino intendere i loro pericoli e dimandassino d'essere soccorsi.


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Storia d'Italia
di Francesco Guicciardini
pagine 2094

   





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