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      Sopra la quale contenzione avendo il Triulzio scritto in Francia e i viniziani a Vinegia, venne risposta dal senato che non potendo fare altrimenti conchiudessino solamente la tregua per Italia, riservando luogo e tempo al re di Francia di entrarvi: alla quale cosa né il Triulzio né il presidente volendo consentire, anzi lamentandosi gravemente che non che altro non volessino aspettare la risposta del re, e protestando il presidente che la impresa comune non si doveva finire se non comunemente, e del poco rispetto alla amicizia e congiunzione, non restorono i veneti per questo di non conchiudere; contraendo Massimiliano e loro, in nomi loro propri semplicemente, e con patto che per la parte di Massimiliano si nominassino e avessinsi per inclusi e nominati il pontefice, i re cattolici, di Inghilterra e di Ungheria e tutti i príncipi e sudditi del sacro imperio in qualunque luogo, e tutti i confederati di Massimiliano e de' prenominati re e stati dello imperio, da nominarsi infra tre mesi; e per la parte de' viniziani, il re di Francia e il re cattolico, e tutti gli amici e confederati de' viniziani del re di Francia e del cattolico, in Italia solamente costituti, da nominarsi infra tre mesi. La quale tregua, stipulata il vigesimo dí di aprile, essendo stata quasi incontinente ratificata dal re de' romani e da' viniziani, si deposono l'armi tra loro, con speranza di molti che Italia avesse a godere per qualche tempo questa quiete.
     
     
      Lib.7, cap.13
     
      Lamentele del re di Francia co' fiorentini e risposta di questi.


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Storia d'Italia
di Francesco Guicciardini
pagine 2094

   





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