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      Questa risposta parve piú secondo la degnità della republica che distendersi in giustificazioni e querele vane contro a chi già gli avea assaltati con l'armi.
      Ma unito che fu a Pontevico l'esercito viniziano, nel quale erano dumila uomini d'arme tremila tra cavalli leggieri e stradiotti, quindicimila fanti eletti di tutta Italia, e veramente il fiore della milizia italiana non meno per la virtú de' fanti che per la perizia e valore de' capitani, e quindicimila altri fanti scelti dell'ordinanza de' loro contadi, e accompagnati da copia grandissima di artiglierie, venne a Fontanella, terra vicina a Lodi a sei miglia e sedia opportuna a soccorrere Cremona, Crema, Caravaggio e Bergamo: ove giudicando avere occasione, per la ritirata di Ciamonte di là da Adda né essendo ancora unito tutto l'esercito del re, di ricuperare Trevi, si mossono per deliberazione del senato ma contro al consiglio, secondo che esso affermava poi, dell'Alviano; il quale allegava essere deliberazioni quasi repugnanti vietare che si combattesse coll'esercito degli inimici e da altra parte accostarsegli tanto, perché non sarebbe forse in potestà loro il ritirarsi, e quando pure potessino farlo, sarebbe con tanta diminuzione della reputazione di quello esercito che nocerebbe troppo alla somma di tutta la guerra; e che egli, per questo rispetto e per l'onore proprio e per l'onore comune della milizia italiana, eleggerebbe piú tosto di morire che di consentire a tanta ignominia. Occupò prima l'esercito Rivolta dove i franzesi non avevano lasciata guardia alcuna, ove messi cinquanta cavalli e trecento fanti, si accostò a Trevi, terra poco distante da Adda e situata in luogo alquanto eminente, e nella quale Ciamonte aveva lasciate cinquanta lancie e mille fanti sotto il capitano Imbalt, Frontaglia guascone e il cavaliere Bianco, e piantate l'artiglierie dalla parte di verso Casciano ove il muro era piú debole, e facendo processo grande, quegli che erano dentro il dí seguente si arrenderono, salvi i soldati ma senza armi, e rimanendo prigioni i capitani, e la terra a discrezione libera del vincitore: la quale subito andò a sacco, con danno maggiore de' vincitori che de' vinti.


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Storia d'Italia
di Francesco Guicciardini
pagine 2094

   





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