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      Né era il re alieno totalmente da questo consiglio, mosso dalla medesima ragione; e però inclinando a passare in persona in Italia con esercito potente, il quale chiamava potente ogni volta che in esso fussino piú di mille seicento lancie e i suoi pensionari e gentiluomini, nondimeno, essendo distratto da altre ragioni in diversa sentenza, stava con l'animo sospeso: piú confuso anche che il solito perché il cardinale di Roano, uomo molto efficace e di grande animo, oppresso da lunga e grave infermità, non vacava piú a' negozi i quali solevano totalmente espedirsi col suo consiglio. Riteneva il re l'essere per natura molto alieno dallo spendere, la cupidità ardente di conseguire Verona, alla quale cosa gli pareva migliore mezzo l'essere il re de' romani implicato in continui travagli; e appunto, essendo egli impotente a pagare le genti tedesche che erano alla guardia di quella città, gli aveva il re prestato di nuovo diciottomila ducati, e obligatosi a prestargliene insino alla somma di cinquantamila: con patto che non solo tenesse, per sicurtà di riavergli, la cittadella, ma che eziandio gli fusse consegnato Castelvecchio e una porta vicina della città, per avere libera l'entrata e l'uscita; e che non gli essendo restituiti i danari infra uno anno gli rimanesse in governo perpetuo la terra di Valeggio, con facoltà di fortificare quella e la cittadella a spese di Cesare.
      Tenevano perplesso lo animo del re questi rispetti, ma molto piú lo riteneva il timore di non alterare totalmente la mente del pontefice, se conducesse o mandasse nuovo esercito in Italia.


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Storia d'Italia
di Francesco Guicciardini
pagine 2094

   





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