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      Assoluti, entrorno nella chiesa di San Piero, introdotti dal sommo penitenziere; dove avendo udita la messa, che prima era stata denegata, furono onoratamente, non piú come scomunicati o interdetti ma come buoni cristiani e divoti figliuoli della sedia apostolica, da molti prelati e altri della corte accompagnati insino alle loro abitazioni. Dopo la quale assoluzione si ritornorno a Vinegia, lasciato a Roma Ieronimo Donato uomo dottissimo, uno del numero loro; il quale, per le virtú sue e per la destrezza dello ingegno divenuto molto grato al pontefice, fu di grandissimo giovamento alla sua patria nelle cose che si ebbono poi a trattare appresso a lui.
     
      Lib.9, cap.1
     
      Attività del pontefice per suscitare nemici al re di Francia. Difficoltà di accordi fra il re e gli svizzeri. Intimazioni del pontefice al duca di Ferrara per la lavorazione del sale a Comacchio.
     
      Dell'assoluzione de' viniziani, fatta con animo tanto costante del pontefice, si perturbò molto Cesare al quale questa cosa principalmente apparteneva. Ma non se ne perturbò quasi meno il re di Francia, perché per l'utilità propria desiderava che la grandezza de' viniziani non risorgesse. Non si accorgeva perciò interamente quali fussino gli ultimi fini del pontefice; ma nutrendosi, nelle difficoltà che se gli preparavano, con vane speranze, si persuadeva che 'l pontefice si movesse per sospetto dell'unione sua con Cesare, e che temporeggiando con lui e non gli dando causa di maggiore timore, contento della assoluzione fatta, non procederebbe piú oltre.


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Storia d'Italia
di Francesco Guicciardini
pagine 2094

   





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