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      Però, essendo necessario fare ne' luoghi dove s'avevano a piantare l'artiglierie, per sicurtà di coloro che vi s'adoperavano, nuovi ripari e fare venire al campo nuovi guastatori, il pontefice, mentre che queste cose si provedevano, andò, per non patire in questo tempo delle incomodità dell'esercito, alla Concordia: nel quale luogo venne a lui, per commissione di Ciamonte, Alberto Pio, proponendo vari partiti di composizione; i quali, benché piú volte andasse dall'uno all'altro, furno tentati vanamente, o per la solita durezza sua o perché Alberto, del quale sempre crescevano i sospetti, non negoziasse con la sincerità conveniente. Stette alla Concordia pochi giorni, riconducendolo all'esercito la medesima impazienza e ardore, il quale non raffreddò punto nel cammino la neve grossissima che tuttavia cadeva dal cielo né i freddi cosí smisurati che appena i soldati potevano tollerargli; e alloggiato in una chiesetta propinqua alle sue artiglierie e piú vicina alle mura che non era l'alloggiamento primo, né gli sodisfacendo cosa alcuna di quelle che si erano fatte e che si facevano, con impetuosissime parole si lamentava di tutti i capitani, eccetto che di Marcantonio Colonna, il quale di nuovo avea fatto venire da Modona: né procedendo con minore impeto per l'esercito, ora questi sgridando ora quegli altri confortando, e facendo colle parole e co' fatti l'ufficio del capitano, prometteva che se i soldati procedevano virilmente che non accetterebbe la Mirandola con alcuno patto ma lascierebbe in potestà loro il saccheggiarla.


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Storia d'Italia
di Francesco Guicciardini
pagine 2094

   





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