Pagina (923/2094)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Noi trattiamo di andare a combattere con gli inimici; e io ho sempre veduto essere fondamento immobile de' grandi capitani, il quale io medesimamente ho con l'esperienza imparato, che mai debbe tentare la fortuna della battaglia chi non è invitato da molto vantaggio o stretto da urgente necessità; oltre che è secondo la ragione della guerra che agli inimici che sono gli attori, poiché si muovono per acquistare Ferrara, tocchi il cercare di assaltare noi, e non che a noi, a' quali basta il difendersi, tocchi contro a tutte le regole della disciplina militare sforzarci d'assaltare loro. Ma vediamo quale sia il vantaggio o la necessità che ci induce. A me pare ed è, se io non mi inganno del tutto, cosa molto evidente che non si possa tentare quel che propone il duca di Ferrara se non con grandissimo disavvantaggio nostro; perché non possiamo andare a quello alloggiamento se non per uno argine e per una stretta e pessima strada, dove non si possono spiegare tutte le forze nostre, e dove loro possono con poche forze resistere a numero molto maggiore. Bisognerà che per l'argine camminiamo cavallo per cavallo, che per la strettezza dell'argine conduciamo l'artiglierie i carriaggi le carra e i ponti: e chi non sa che, nel cammino stretto e cattivo, ogni artiglieria ogni carro che inciampi fermerà almanco per una ora tutto l'esercito? e che, essendo inviluppati in tante incomodità, ogni mediocre sinistro potrà facilmente disordinarci? Alloggiano i nimici al coperto, provisti di vettovaglie e di strami; noi alloggieremo quasi tutti allo scoperto e ci bisognerà portarci dietro gli strami, né potremo se non con gran fatica condurne la metà del bisogno.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Storia d'Italia
di Francesco Guicciardini
pagine 2094

   





Ferrara Ferrara