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      Perciò il Triulzo, poi che non s'aveva occasione di tentare altro e che era ne' luoghi tanto vicini, deliberò di tentare se si poteva offendere l'esercito inimico; il quale, allargatosi quando Ciamonte ritornò da Sermidi a Carpi, alloggiava al Bondino quasi tutta la fanteria, e la cavalleria al Finale e per le ville vicine. Però, ricevuta la commissione del re, andò il dí seguente alla Stellata e l'altro dí alquanto piú innanzi; ove distribuí al coperto per le ville circostanti l'esercito, e facendo gittare il ponte con le barche tra la Stellata e Ficheruolo in su tutto il fiume del Po: avendo ordinato che 'l duca di Ferrara ne gittasse un altro un miglio di sotto ove si dice la Punta, in su quello ramo del Po che va a Ferrara; e che con l'artiglierie venisse allo Spedaletto, luogo in sul Polesine di Ferrara che è di riscontro al Bondino. Ebbe in questo mezzo il Triulzio notizia dalle sue spie che molti cavalli leggieri, di quella parte dell'esercito de' viniziani che era di là dal Po, dovevano la notte prossima venire appresso alla Mirandola a ordinare certe insidie; perciò vi mandò occultamente molti cavalli: i quali giunti a Bellaere, palagio del contado mirandolano, vi trovorno fra' Lionardo napoletano capitano de' cavalli leggieri de' viniziani, uomo chiaro in quello esercito, il quale non temendo dovessino venirvi gli inimici, smontato quivi con cento cinquanta cavalli ne aspettava molti altri che lo doveano seguitare; ma oppresso all'improviso, volendosi difendere, fu ammazzato con molti de' suoi.


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Storia d'Italia
di Francesco Guicciardini
pagine 2094

   





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