Pagina (969/2094)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Risolveronsi finalmente i concetti e discorsi grandi di Cesare, secondo l'antica consuetudine, in effetti non degni del nome suo: perché accresciuti allo esercito trecento uomini d'arme tedeschi, e uditi da altra parte gli oratori de' viniziani, co' quali continuamente trattava, si accostò ai confini del vicentino; e fatto venire la Palissa, prima a Lungara presso a Vicenza e poi a Santa Croce, lo ricercò che andasse a pigliare Castelnuovo, passo di sotto alla Scala verso il Friuli e vicino a venti miglia di Feltro, per dare a lui facilità di scendere da quella parte. Però la Palissa andò a Montebellona distante dieci miglia da Trevigi; donde mandati cinquecento cavalli e dumila fanti ad aprire il passo di Castelnuovo, aperto che lo ebbeno se ne andorono alla Scala. Nel quale tempo i cavalli leggieri de' viniziani, i quali correvano senza ostacolo alcuno per tutto il paese, roppono presso a Morostico circa settecento fanti e molti cavalli franzesi e italiani, i quali per potere passare sicuramente allo esercito andavano da Verona a Suavi per unirsi con trecento lancie franzesi, le quali essendo venute dietro al la Palissa aspettavano in quello luogo il suo comandamento; e benché nel principio, succedendo le cose prospere per i franzesi e tedeschi, fusse preso il conte Guido Rangone condottiere de' viniziani, nondimeno, calando in favore de' viniziani molti villani, restorno vittoriosi; morti circa quattrocento fanti franzesi, e presi Mongirone e Riccimar loro capitani. Ma già continuamente raffreddavano le cose ordinate: perché e il re di Francia, vedendo non corrispondere gli apparati di Cesare alle offerte, si era, discostandosi da Italia, ritornato del Dalfinato, dove era soprastato molti giorni, a Bles; e Cesare, ritiratosi a Trento con deliberazione di non andare piú all'esercito personalmente, in luogo di occupare tutto quello che i viniziani possedevano in terra ferma o veramente Roma con tutto lo stato ecclesiastico, proponeva che i tedeschi entrassino nel Friuli e nel Trevisano, non tanto per vessare i viniziani quanto per costrignere le terre del paese a pagare danari per ricomperarsi dalle prede e da' sacchi; e che i franzesi, perché i suoi non fussino impediti, si facessino innanzi, mettendo in Verona, ove era la pestilenza grande, dugento lancie; perché de' suoi, volendo assaltare il Friuli, non vi potevano rimanere altri che i deputati alla custodia delle fortezze.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Storia d'Italia
di Francesco Guicciardini
pagine 2094

   





Cesare Palissa Lungara Vicenza Santa Croce Castelnuovo Scala Friuli Feltro Palissa Montebellona Trevigi Castelnuovo Scala Morostico Verona Suavi Palissa Guido Rangone Mongirone Riccimar Francia Cesare Italia Dalfinato Bles Cesare Trento Roma Friuli Trevisano Verona Friuli