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      La deliberazione del quale congetturando gli inimici mandorno a Ravenna Marcantonio Colonna, il quale innanzi consentisse d'andarvi bisognò che il legato, il viceré, Fabrizio, Pietro Navarra e tutti gli altri capitani gli obligassino ciascuno la fede sua di andare con tutto l'esercito, se i franzesi vi s'accampavano, a soccorrerlo; e con Marcantonio andorno sessanta uomini d'arme della sua compagnia, Pietro da Castro con cento cavalli leggieri, e Sallazart e Parades con secento fanti spagnuoli; il resto dello esercito si fermò alle mura di Faenza, dalla porta per la quale si va a Ravenna. Ove mentre stavano feciono con gli inimici una grossa scaramuccia: e in questo tempo Fois mandò cento lancie e mille cinquecento fanti a pigliare il castello di Russi, guardato solamente dagli uomini propri; i quali benché da principio, secondo l'uso della moltitudine, dimostrassino audacia, nondimeno, succedendo quasi subito in luogo di quella il timore, cominciorno il dí medesimo a trattare di arrendersi: per i quali ragionamenti i franzesi, vedendo allentata la diligenza del guardare, entrativi impetuosamente messono la terra a sacco; nella quale ammazzorno piú di dugento uomini, gli altri feciono prigioni. Da Russi si accostò Fois a Ravenna, e il dí seguente alloggiò appresso alle mura, tra i due fiumi in mezzo de' quali, è situata quella città.
      Nascono ne' monti Apennini, ove partono la Romagna dalla Toscana, il fiume del Ronco detto dagli antichi Vitis, e il fiume del Montone, celebrato perché, eccettuato il Po, è il primo, de' fiumi che nascono dalla costa sinistra dello Apennino, che entri in mare per proprio corso: questi, mettendo in mezzo la città di Furlí, il Montone dalla mano sinistra quasi congiunto alle mura, il Ronco dalla destra ma distante circa due miglia, si ristringono in sí breve spazio presso a Ravenna che l'uno dall'una parte l'altro dall'altra passano congiunti alle sue mura; sotto le quali mescolate insieme l'acque entrano nel mare, lontano ora tre miglia ma che già, come è fama, bagnava le mura.


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Storia d'Italia
di Francesco Guicciardini
pagine 2094

   





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