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      Finalmente i franzesi, perduta la speranza di spuntare gli inimici, e percossi con grave danno per fianco da una colubrina piantata in su uno bastione, avendo combattuto per spazio di tre ore, si ritirorno agli alloggiamenti, perduti circa trecento fanti e alcuni uomini d'arme e feritine quantità non minore, e tra gli altri Ciattiglione e Spinosa capitano dell'artiglierie, i quali percossi dall'artiglierie di dentro pochi dí poi morirono. Fu ancora ferito Federigo da Bozzole ma leggiermente.
     
      Lib.10, cap.13
     
      L'esercito dei collegati si stanzia a tre miglia da Ravenna; deliberazione del Fois di assaltarlo. Ordine dell'esercito francese e parole del Fois ai soldati. Ordine dell'esercito dei collegati. La battaglia di Ravenna. Le perdite de' due eserciti. Sacco di Ravenna, l'esercito francese dopo la morte del Fois.
     
      Convertironsi dipoi il dí seguente i pensieri dal combattere le mura al combattere con gli inimici; i quali, alla mossa dello esercito franzese, volendo osservare la fede data a Marcantonio, entrati a Furlí, tra i fiumi medesimi e dopo alquante miglia passato il fiume del Ronco, venivano verso Ravenna. Nel quale tempo i cittadini della terra, impauriti per la battaglia data il dí precedente, mandorono senza saputa di Marcantonio uno di loro a trattare di arrendersi. Il quale mentre va innanzi e indietro con le risposte, ecco scoprirsi l'esercito inimico che camminava lungo il fiume. Alla vista del quale si levò subito con grandissimo romore in armi l'esercito franzese, armati tutti entrorno ne' loro squadroni, levoronsi tumultuosamente dalle mura l'artiglierie e levate si voltorno verso gli inimici; consultando intrattanto Fois con gli altri capitani se fusse da passare all'ora medesima il fiume per opporsi che non entrassino in Ravenna: il che o non arebbono deliberato di fare, o almeno era impossibile coll'ordine conveniente e con la prestezza necessaria; dove a loro fu facile l'entrare quel giorno in Ravenna, per il bosco della Pigneta che è tra 'l mare e la città: la qual cosa costrigneva i franzesi a partirsi, per la penuria delle vettovaglie, disonoratamente della Romagna.


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Storia d'Italia
di Francesco Guicciardini
pagine 2094

   





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