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      Presso a' quali i fanti guasconi, occupata la via tra il fiume e l'argine, avevano assaltato i fanti italiani; i quali, benché avessino patito molto dall'artiglieria, nondimeno gli rimettevano con somma laude se con una compagnia di cavalli non fusse entrato tra loro Ivo d'Allegri: con maggiore virtú che fortuna, perché essendogli quasi subito ucciso innanzi agli occhi propri Viverroé, suo figliuolo, egli non volendo sopravivere a tanto dolore, gittatosi col cavallo nella turba piú stretta degli inimici, combattendo come si conveniva a fortissimo capitano e avendone già morti di loro, fu ammazzato. Piegavano i fanti italiani non potendo resistere a tanta moltitudine, ma una parte de' fanti spagnuoli, corsa al soccorso loro, gli fermò nella battaglia; e i fanti tedeschi, oppressi dall'altra parte degli spagnuoli, a fatica potevano piú resistere: ma essendo già fuggita tutta la cavalleria, si voltò loro addosso Fois con grande moltitudine di cavalli; per il che gli spagnuoli, piú tosto ritraendosi che scacciati dalla battaglia, non perturbati in parte alcuna gli ordini loro, entrati in su la via che è tra il fiume e l'argine, camminando di passo e con la fronte stretta, e però per la fortezza di quella ributtando i franzesi, cominciorono a discostarsi. Nel qual tempo il Navarra, desideroso piú di morire che di salvarsi e però non si partendo dalla battaglia, rimase prigione. Ma non potendo comportare Fois che quella fanteria spagnuola se ne andasse, quasi come vincitrice, salva nell'ordinanza sua, e conoscendo non essere perfetta la vittoria se questi come gli altri non si rompevano, andò furiosamente ad assaltargli con una squadra di cavalli, percotendo negli ultimi; da' quali attorniato e gittato da cavallo o, come alcuni dicono, essendogli caduto mentre combatteva il cavallo addosso, ferito d'una lancia in uno fianco fu ammazzato: e se, come si crede, è desiderabile il morire a chi è nel colmo della maggiore prosperità, morte certo felicissima, morendo acquistata già sí gloriosa vittoria.


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Storia d'Italia
di Francesco Guicciardini
pagine 2094

   





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