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      Da altra parte, gli imbasciadori del re d'Aragona e del senato viniziano facevano in contrario gravissima instanza, sforzandosi persuadergli non essere le cose tanto afflitte né ridotte in tanto esterminio, né cosí dissipato l'esercito che non si potesse in brevissimo tempo né con grave spesa riordinare: sapersi pure, il viceré essersi salvato con la maggiore parte de' cavalli; essersi partita dal fatto d'arme ristretta insieme in ordinanza la fanteria spagnuola, la quale se fusse salva, come era verisimile, ogni altra perdita essere di piccolo momento; né aversi da temere che i franzesi potessino venire verso Roma cosí presto che non avesse tempo a provedersi, perché era necessario che alla morte del capitano fussino accompagnati molti disordini e molti danni, ed essere per tenergli sospesi il sospetto de' svizzeri, i quali non essere piú da dubitare che si dichiarerebbono per la lega e scenderebbono in Lombardia; né si potere sperare di ottenere la pace dal re di Francia se non con condizioni ingiustissime e piene di infamia, e aversi a ricevere anche le leggi dalla superbia di Bernardino Carvagial e dalla insolenza di Federigo da San Severino: però, ogn'altra cosa essere migliore che con tanta indignità e con tanta infamia mettersi, sotto nome di pace, in acerbissima e infedelissima servitú, perché non cesserebbeno mai quegli scismatici di perseguitare la degnità e la vita sua; essere molto minore male, quando pure non si potesse fare altrimenti, abbandonare Roma e ridursi con tutta la corte o nel reame di Napoli o a Vinegia, dove starebbe con la medesima sicurtà e onore e con la medesima grandezza; perché con la perdita di Roma non si perdeva il pontificato, annesso sempre in qualunque luogo alla persona del pontefice: ritenesse pure la solita costanza e magnanimità; perché Dio, scrutatore de' cuori degli uomini, non mancherebbe d'aiutare il santissimo proposito suo né abbandonerebbe la navicella di Pietro, solita a essere vessata dalle onde del mare ma non giammai a sommergersi; e i príncipi cristiani, concitati dal zelo della religione e dal timore della troppa grandezza del re di Francia, piglierebbeno con tutte le forze e con le persone proprie la sua difesa.


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Storia d'Italia
di Francesco Guicciardini
pagine 2094

   





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