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      Per la qual cosa i cremonesi, del tutto abbandonati, si arrenderono all'esercito de' collegati che già s'approssimava, obligandosi a pagare a' svizzeri quarantamila ducati: i quali avendo disputato in cui nome s'avesse a ricevere, sforzandosi i viniziani che fusse loro restituita, fu finalmente ricevuta (ritenendosi perciò la fortezza per i franzesi) in nome della lega, e di Massimiliano figliuolo di Lodovico Sforza; per il quale il pontefice e i svizzeri pretendevano che si acquistasse il ducato di Milano. Era venuta, ne' dí medesimi, [in potestà de' collegati] alienata da' franzesi la città di Bergamo, perché avendo la Palissa richiamate le genti che vi erano per unirle all'esercito, entrativi, subito che quelle furno partite, alcuni fuorusciti, furno causa si ribellasse. Da Pizzichitone passò la Palissa il fiume dell'Adda, nel quale luogo si unirono seco le trecento lancie destinate alla difesa di Bologna, le quali crescendo il pericolo aveva richiamate; e sperava quivi potere vietare agli inimici il passo del fiume se fussino sopravenuti i fanti che si era deliberato di soldare: ma questo pensiero appariva, come gli altri, vano perché mancavano i danari da soldargli, non avendo il generale di Normandia pecunia numerata, né modo (essendo in tanti pericoli perduto interamente il credito) a trovarne, come soleva, obligando l'entrate regie in prestanza. Però, poi che vi fu dimorato quattro dí, subito che li inimici si accostorno al fiume tre miglia sotto Pizzichitone, si ritirò a Santo Angelo per andarsene il dí seguente a Pavia.


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Storia d'Italia
di Francesco Guicciardini
pagine 2094

   





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