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      Feciono oltre a questo lega col re d'Aragona, con obligazione reciproca di certo numero di gente d'arme a difesa degli stati, e che i fiorentini conducessino agli stipendi loro dugento uomini d'arme de' sudditi di quel re: la qual condotta, benché non si esprimesse, si disegnava per il marchese della Palude, a cui il cardinale aveva promesso o almeno dato speranza di farlo capitano generale delle armi de' fiorentini.
      Cacciato il gonfaloniere e rimossi per l'accordo i pericoli della guerra, dettono i cittadini opera a ricorreggere il governo in quelle cose nelle quali si era giudicata inutile la forma; ma con intenzione universale, eccettuatine pochissimi, e questi o giovani o quasi tutti di piccola considerazione, di conservare la libertà e il consiglio popolare. Però determinorno con nuove leggi che il gonfaloniere non si eleggesse piú in perpetuo ma solamente per uno anno, e che al consiglio degli ottanta, che si variava di sei mesi in sei mesi, con l'autorità del quale si deliberavano le cose piú gravi, acciocché sempre vi intervenissino i cittadini di maggiore qualità, fussino aggiunti in perpetuo tutti coloro che insino a quel dí avessino amministrati, o dentro o fuori, i primi onori: dentro, quegli che erano stati o gonfalonieri di giustizia o de' dieci della balía, magistrato in quella republica di grande autorità; fuori, tutti quegli che eletti nel consiglio degli ottanta, erano stati o imbasciadori a príncipi o commissari generali nella guerra; rimanendo fermi in tutte l'altre cose gli ordinamenti del medesimo governo.


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Storia d'Italia
di Francesco Guicciardini
pagine 2094

   





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