Pagina (1114/2094)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Ma recusando il collegio, come cosa non solo nuova ma piena di somma indignità, andorono insino in su' Prati, un mezzo miglio fuora della porta, a riceverlo in nome del pontefice il cardinale agenense e quello di Strigonia; da' quali, andando in mezzo come luogotenente di Cesare, fu menato insino alla chiesa di Santa Maria del popolo. Dalla quale, poi che da lui furno partiti i due cardinali, accompagnato da moltitudine innumerabile, si presentò al pontefice, che nella sedia pontificale in abito solenne l'aspettava nel concistorio publico: nel quale aveva, pochi dí innanzi, ricevuti molto onoratamente dodici imbasciadori de' svizzeri, mandati da tutti i cantoni a dargli publicamente l'ubbidienza e a offerire che quella nazione voleva in perpetuo difendere lo stato della Chiesa, e a ringraziarlo che a quella avesse con tanto onore donato la spada il cappello l'elmetto e la bandiera, e il titolo di difensori della libertà ecclesiastica.
      Alla venuta di Gurgense si cominciò a trattare lo stabilimento delle cose comuni; di che il fondamento consisteva in rimuovere le differenze e contese particolari, acciò che Italia rimanesse ordinata in modo che, con animo e consiglio unito, si potesse resistere al re di Francia. E in questo era la piú difficile la composizione, tante volte trattata, tra Cesare e il senato viniziano: perché Gurgense consentiva che a' viniziani rimanessino Padova, Trevigi, Brescia, Bergamo, Crema ma che a Cesare restituissino Vicenza, rinunziassino alle ragioni di quelle terre che riteneva Cesare; pagassingli di presente dugentomila fiorini di Reno, e in perpetuo, ciascuno anno per censo, trentamila.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Storia d'Italia
di Francesco Guicciardini
pagine 2094

   





Prati Strigonia Cesare Santa Maria Chiesa Gurgense Italia Francia Cesare Gurgense Padova Trevigi Brescia Bergamo Crema Cesare Vicenza Cesare Reno