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      Gittato in terra spazio sufficiente della muraglia, dettono quegli di fuora molto ferocemente la battaglia, dalla quale si difesono con grandissimo valore quegli di dentro; onde i franzesi, ritornati agli alloggiamenti, inteso che il dí medesimo erano entrati in Novara nuovi svizzeri, e avendo notizia aspettarsi Altosasso, capitano di fama grande, con numero molto maggiore, disperati di poterla piú spugnare, si discostorno il dí seguente due miglia di Novara, sperando oramai di ottenere la vittoria piú per i disordini e mancamento di danari agli inimici che per l'impeto dell'armi. Ma interroppe queste speranze la ferocia e ardentissimo spirito di Mottino uno de' capitani de' svizzeri; il quale, chiamata la moltitudine in sulla piazza di Novara, gli confortò con ferventissime parole che non aspettato il soccorso di Altosasso, il quale doveva venire il prossimo dí, andassino ad assaltare gli inimici a' loro alloggiamenti. Non patissino che la gloria della vittoria, la quale poteva essere propria, fusse comune, anzi diventasse tutta d'altri; imperocché, come le cose seguenti tirano a sé le precedenti, e l'augumento cuopre la parte augumentata, non a essi ma a quegli che sopravenivano si attribuirebbe tutta la laude.
      - Quanto la cosa disse Mottino - pare piú difficile e piú pericolosa tanto riuscirà piú facile e piú sicura, perché quanto piú sono gli accidenti improvisi e inaspettati tanto piú spaventano e mettono in terrore gli uomini. Niente meno aspettano i franzesi, al presente, che 'l nostro assalto: alloggiati pure oggi, non possono essere alloggiati se non disordinatamente e senza fortezza alcuna.


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Storia d'Italia
di Francesco Guicciardini
pagine 2094

   





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