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      Solevano gli eserciti franzesi non avere ardire di combattere se non aveano appresso i fanti nostri; hanno, da qualche anno in qua, avuto ardire di combattere senza noi ma non mai contro a noi: quanto spavento, quanto terrore, quando si vedranno furiosamente e improvisamente assaltati da coloro la virtú e ferocia de' quali soleva essere il cuore e la sicurtà loro! Non vi muovino i loro cavalli, le loro artiglierie; perché altra volta abbiamo esperimentato quanto essi medesimi confidino in queste cose contro a noi. Gastone di Fois, tanto feroce capitano, con tante lancie con tanti cannoni, non ci dette egli sempre alla pianura la via quando, senza cavalli senza altre armi che le picche, scendemmo, due anni sono, insino alle porte di Milano? Hanno seco ora i fanti tedeschi, e questo è quello che mi muove, che mi accende: avendo in un tempo medesimo occasione di dimostrare a colui che, con tanta avarizia con tanta ingratitudine, dispregiò le nostre fatiche il nostro sangue, che mai fece, né per sé né per il regno suo, peggiore deliberazione; e dimostrare a coloro che pensorno l'opera loro essere sufficiente a privarci del nostro pane, non essere pari i lanzchenech a' svizzeri, avere la medesima lingua la medesima ordinanza, ma non già la medesima virtú la medesima ferocia. Una sola fatica è, di occupare l'artiglierie, ma l'alleggerirà non essere poste in luogo fortificato, l'assaltarle all'improviso, le tenebre della notte. Assaltandole impetuosamente, è piccolissimo spazio di tempo quello nel quale possono offenderti; e questo, interrotto dal tumulto dal disordine dalla subita confusione.


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Storia d'Italia
di Francesco Guicciardini
pagine 2094

   





Fois Milano