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      Sentivano appropinquarsi l'esercito spagnuolo e doversi unire con quello le genti che erano in Verona, essi esausti di danari, deboli di soldati, specialmente di fanti, avere soli a resistere senza che apparisse scintilla alcuna di lume propinquo: e nondimeno rispondeva costantissimamente il senato, non volere accettare concordia alcuna senza la restituzione di Vicenza e di Verona. Ricercò in questo tempo Cesare il pontefice che gli concedesse dugento uomini d'arme contro a' viniziani; la quale dimanda, benché gli fusse molestissima, dubitando che il concedergli non fusse molesto al re di Francia, né gli parendo a proposito di Cesare o suo diventare sospetto a' viniziani per una causa di sí piccola importanza, nondimeno, perseverando Cesare ostinatamente, gli mandò il numero dimandato, sotto Troilo Savello, Achille Torello e Muzio Colonna; non volendo, col recusare, fare segno di non volere perseverare nella confederazione contratta col pontefice passato, e parendogli non essere ritenuto da obligo alcuno co' viniziani: i quali, oltre che l'esercito loro, quando l'Alviano era appresso a Cremona, aveva, poco amichevolmente, predato per il parmigiano e piacentino, non aveano mai eletti imbasciadori a prestargli secondo l'uso antico l'ubbidienza, se non da poi che i franzesi, vinti, erano ritornati di là da' monti. Spaventò questa deliberazione i viniziani, non tanto per l'importanza di tale sussidio quanto per timore che da questo principio il pontefice non procedesse piú oltre, riputandolo ancora per segno manifestissimo che mai piú avesse a separarsi dagli inimici; e nondimeno non variorno da' primi consigli, anzi, disposti mostrare quanto potevano il volto alla fortuna, commessono al proveditore di mare che era a Corfú che, raccolti quanti piú legni potesse, assaltasse i luoghi marittimi della Puglia: benché poco di poi, considerando meglio quel che importasse provocare tanto il re d'Aragona, per la potenza sua e perché aveva sempre dimostrato confortare Cesare alla concordia, rivocorno come piú animosa che prudente questa deliberazione.


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Storia d'Italia
di Francesco Guicciardini
pagine 2094

   





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