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      Ma fu finalmente necessario che le ragioni addotte dal viceré e dagli altri cedessino alla volontà del vescovo Gurgense. Per la quale, l'esercito accostandosi a Padova andò ad alloggiare a Bassanello, in sulla riva destra del canale, discosto un miglio e mezzo da Padova; nel qual luogo essendo molto infestato il campo da alcuni cannoni doppi piantati in su uno bastione della terra passato il canale, alloggiorno alquanto piú lontani dalla terra; donde mandati i fanti alla chiesa di Sant'Antonio, a mezzo miglio appresso a Padova, cominciorno, per accostarsi con minore pericolo, a lavorare le trincee appresso alla porta di Sant'Antonio. Ma l'opere erano grandissime, ed estremo in paese, donde tutti gli abitatori erano fuggiti, il mancamento de' guastatori: però il lavorare procedeva lentamente; né senza pericolo, perché i soldati, uscendo spesso fuora, e di dí e di notte, all'improviso, facevano danno a quegli che lavoravano. Aggiugnevasi la penuria della vettovaglia perché, essendo solo una piccola parte della terra circondata dagli inimici, gli stradiotti avendo comodità di uscire dall'altre parti della città, correndo liberamente per tutto il paese, impedivano tutto quello che si conduceva al campo; impedito anche da certe barche armate messe a questo effetto da' viniziani nel fiume dell'Adice, perché gli uomini portati da quelle non cessavano, ora in questo luogo ora in quell'altro, di infestare tutta la campagna. Per le quali difficoltà proposto di nuovo dal viceré lo stato delle cose nel consiglio, ciascuno apertamente giudicò essere minore infamia ricorreggere la deliberazione imprudentemente fatta col levare il campo che, perseverando nell'errore, essere cagione che ne risultasse maggiore danno accompagnato da vergogna maggiore.


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Storia d'Italia
di Francesco Guicciardini
pagine 2094

   





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