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      Lib.11, cap.15
     
      Affrettata e difficile ritirata delle truppe tedesche nel Veneto. Inaspettata rotta dei veneziani sotto Vicenza.
     
      Ma in Vinegia, vedendo il dí fummare e la notte ardere tutto il paese, per gli incendi delle ville e palagi loro e sentendo dentro alle case e abitazioni proprie i tuoni dell'artiglierie degli inimici, non piantate per altro che per fare piú chiara la sua ignominia, erano concitati gli animi degli uomini a grandissima indegnazione e dolore; parendo a ciascuno acerbissimo oltre a misura che tanto fusse mutata la fortuna che, in cambio di tanta gloria e di tante vittorie ottenute per il passato, in Italia e fuori, per terra e per mare, vedessino al presente uno esercito, piccolo a comparazione dell'antiche forze e potenza loro, insultare sí ferocemente e contumeliosamente al nome di cosí gloriosa republica. Dalle quali indegnità violentata la deliberazione di quel senato, ostinato insino a quel giorno di fuggire, quantunque grandi speranze gli fussino proposte, il fare esperienza della fortuna, acconsentí alle persuasioni efficaci di Bartolomeo d'Alviano che, chiamati tutti i soldati e commossi tutti i villani della pianura e delle montagne, si tentasse di impedire il ritorno agli inimici; la qual cosa l'Alviano dimostrava molto facile, perché essendo temerariamente trascorsi tanto innanzi, e messisi in mezzo tra Vinegia, Trevigi e Padova, non potevano, e massime essendo caricati di tanta preda, ritirarsi senza gravissimo pericolo, per la incomodità delle vettovaglie e per l'impedimento de' fiumi e de' passi difficili.


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Storia d'Italia
di Francesco Guicciardini
pagine 2094

   





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