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      Però, nell'ottava sessione del concilio lateranense, che fu celebrato negli ultimi dí dell'anno, gli agenti del re di Francia, in nome suo e prodotto il suo mandato, rinunziorono al conciliabolo pisano e aderirono al concilio lateranense; con promissione che sei prelati di quegli che erano intervenuti al pisano andrebbeno a Roma a fare il medesimo in nome di tutta la Chiesa gallicana, e che anche verrebbeno altri prelati a disputare sopra la pragmatica, con intenzione di rimettersene alla dichiarazione del concilio: dal quale, nella medesima sessione, ottennono assoluzione pienissima di tutte le cose commesse contro alla Chiesa romana. Queste cose si feciono l'anno mille cinquecento tredici in Italia in Francia e in Inghilterra.
      Nel principio dell'anno seguente, non avendo a fatica gustata la letizia della unione tanto desiderata della Chiesa, morí Anna reina di Francia, reina molto prestante e molto cattolica, con grandissimo dispiacere di tutto il regno e de' popoli suoi della Brettagna.
     
     
      Lib.12, cap.4
     
      Consigli del pontefice agli svizzeri di maggior benevolenza verso il re di Francia, ed al re di attenersi agli accordi con loro conchiusi. Difficoltà di conciliazione fra gli svizzeri ed il re. Proroga della tregua fra il re di Francia ed il re d'Aragona.
     
      Ridotto che fu il reame di Francia alla obbedienza della Chiesa, e cosí spento già per tutto il nome e la autorità del concilio pisano, cominciavano alcuni di quegli che avevano temuta la grandezza del re di Francia a commuoversi, e a temere che troppo non si deprimesse la sua potenza; e specialmente il pontefice.


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Storia d'Italia
di Francesco Guicciardini
pagine 2094

   





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