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      Furono nominati dall'uno e l'altro di loro il re di Scozia, l'arciduca e lo imperio, ma non fu nominato né Cesare né il re cattolico; nominati i svizzeri, ma con patto che qualunque difendesse contro al re di Francia lo stato di Milano o Genova o Asti fusse escluso dalla nominazione. La quale pace, fatta con grandissima prontezza, fu corroborata con parentado; perché il re d'Inghilterra concesse la sorella sua per moglie al re di Francia, con condizione riconoscesse d'avere ricevuto per la sua dote quattrocentomila scudi. Celebrossi subito lo sposalizio in Inghilterra, al quale il re non volle, per l'odio grande che aveva al re cattolico, che l'oratore suo vi intervenisse. Né era appena conchiusa questa pace che alla corte di Francia arrivò lo instrumento della ratificazione fatta da Cesare della tregua, e il mandato suo e del re cattolico per la conclusione del parentado che si trattava tra Ferdinando d'Austria e la figliuola seconda del re, che era ancora in
      età di quattro anni: la quale pratica, per la conclusione della pace, fu in tutto esclusa; e il re ancora, per sodisfare al re di Inghilterra, volle partisse del regno di Francia il duca di Suffolch, che era capitano generale de' fanti tedeschi condotti da lui; e nondimeno, onorato e carezzato dal re, partí bene contento.
      Nel quale tempo aveva anche il pontefice fatte nuove congiunzioni; perché, pieno di artifici e di simulazioni, voleva da uno canto che il re di Francia non recuperasse lo stato di Milano, da altro intrattenere lui e gli altri príncipi quanto poteva con varie arti.


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Storia d'Italia
di Francesco Guicciardini
pagine 2094

   





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