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      Nella quale essendo alloggiati piú di dugento uomini d'arme spagnuoli, e riputando di esservi sicurissimi perché tra le genti viniziane e loro era in mezzo il fiume dello Adice, l'Alviano gittato il ponte all'improviso appresso alla terra della Anguillara, e passato con gente tutta espedita il fiume con prestezza incredibile e arrivato alla terra, la porta della quale era già stata occupata da cento fanti vestiti da villani, mandati innanzi da lui sotto l'occasione che quel dí medesimo vi si faceva il mercato, entrato dentro gli fece tutti prigioni: per il quale caso gli altri spagnuoli che erano alloggiati nel Pulesine, rifuggitisi alla Badia come luogo piú forte del paese, abbandonato poi tutto il Pulesine ed eziandio Lignago, si salvorono verso Ferrara. Preso Rovigo, andò l'Alviano con l'esercito a Oppiano presso a Lignago, avendovi anche condotto per il fiume l'armata delle barche, e di quivi a villa Cerea presso a Verona; luogo dal quale, se non gli succedesse il pigliare Verona, nella quale erano dumila fanti spagnuoli e mille tedeschi, disegnava di travagliarla tutta la vernata: ma avendo notizia che verso Lignago andavano trecento uomini d'arme cinquecento cavalli leggieri e seimila fanti degli inimici, temendo non gli impedissino le vettovaglie o lo strignessino a combattere, si levò e gli andò costeggiando, che andavano verso l'Adice; e lo passorno ad Albereto, con difficoltà grande di vettovaglie, per la molestia ricevevano da' cavalli leggieri e dalla armata delle barche.


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Storia d'Italia
di Francesco Guicciardini
pagine 2094

   





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