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      Essendo adunque manifesto a ciascuno che la guerra si preparava contro a Milano e che il re deliberava d'andarvi personalmente, cominciò il re a ricercare apertamente il pontefice che si unisse seco; usando a questo, oltre a molte persuasioni e instrumenti, il mezzo di Giuliano suo fratello, il quale nuovamente aveva presa per moglie [Filiberta] sorella di Carlo duca di Savoia e zia materna del re, dotandola co' danari del pontefice in centomila ducati: la qual cosa gli avea data speranza che il pontefice fusse inclinato alla amicizia sua, avendo contratto seco sí stretto parentado; e tanto piú che, avendo prima trattato col re cattolico di congiugnere Giuliano con una parente sua della famiglia di Cardona, pareva che piú per rispetto suo che per altra cagione avesse preposto questo matrimonio a quello. Né dubitava, Giuliano dovere cupidamente favorire questa inclinazione per desiderio di acquistare col mezzo suo qualche stato, col quale potesse sostentare le spese convenienti a tanto matrimonio e per stabilire meglio il governo perpetuo, datogli dal pontefice nuovamente, delle città di Modona, Reggio, Parma e Piacenza; il quale, non sostenuto da favore di príncipi potenti, era di poca speranza che avesse a durare dopo la morte del fratello. Ma era cominciata presto a turbarsi la speranza del re: perché il pontefice aveva conceduto al re d'Aragona le crociate del regno di Spagna per due anni, delle quali si credeva che avesse a trarre piú di uno milione di ducati; e perché udiva con tanta inclinazione Alberto da Carpi e Ieronimo Vich oratori di Cesare e del re cattolico, che erano molto assidui appresso a lui, che parevano partecipi di tutti i consigli suoi.


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Storia d'Italia
di Francesco Guicciardini
pagine 2094

   





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