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      Essere questa deliberazione molto utile anzi necessaria alla impresa, e per levare a' svizzeri tutte le occasioni di nuove pratiche di accordo e per accrescere loro forze, delle quali contro a sí grosso esercito avevano di bisogno, e specialmente di cavalli de' quali mancavano; ma ricercarlo, oltre a questo, la fede e l'onore del pontefice e del re cattolico, che per la capitolazione erano obligati soccorrere lo stato di Milano, e che tante volte ne avevano data intenzione a' svizzeri, i quali trovandosi ingannati diventerebbono di amicissimi inimicissimi. Ricercare questo medesimo l'interesse degli stati propri, perché perdendo i svizzeri la giornata o facendo accordo col re di Francia, non restare in Italia forze da proibirgli che e' non corresse per tutto lo stato ecclesiastico insino a Roma e poi a Napoli. Allegavansi in contrario molte ragioni, e quella massime, non essere credibile che il re non avesse a quella ora mandato genti a Lodi; le quali quando vi si trovassino, sarebbe necessario ritirarsi con vergogna e forse non senza pericolo, potendo avere in uno tempo medesimo i franzesi alle spalle e i viniziani o alla fronte o al fianco, né si potendo senza tempo e senza qualche confusione ripassare il ponte. Il quale partito se il pericolo si comprasse con degno prezzo non essere forse da recusare, ma, quando bene entrassino in Lodi abbandonato, che frutto farebbe questo alla impresa? come potersi disegnare, stando tra Milano e Lodi uno esercito sí potente, o di andare a unirsi co' svizzeri o ch'i svizzeri andassino a unirsi con loro?


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Storia d'Italia
di Francesco Guicciardini
pagine 2094

   





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