Pagina (1264/2094)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Sopravenne il dí: al principio del quale i svizzeri, disprezzatori non che dello esercito franzese ma di tutta la milizia d'Italia unita insieme, assaltorono con l'impeto medesimo e molto temerariamente gli inimici; da' quali raccolti valorosamente, ma con piú prudenza e maggiore ordine, erano percossi parte dalle artiglierie parte dal saettume de' guasconi, assaltati ancora da i cavalli, in modo che erano ammazzati da fronte e dai lati. E sopravenne, in sul levare del sole, l'Alviano; il quale, chiamato la notte dal re, messosi subito a cammino co' cavalli leggieri e con una parte piú espedita dello esercito, e giunto quando era piú stretto e piú feroce il combattere e le cose ridotte in maggiore travaglio e pericolo, seguitandolo dietro di mano in mano il resto dello esercito, assaltò con grande impeto i svizzeri alle spalle. I quali, benché continuamente combattessino con grandissima audacia e valore, nondimeno, vedendo sí gagliarda resistenza e sopragiugnere l'esercito viniziano, disperati potere ottenere la vittoria, essendo già stato piú ore sopra la terra il sole, sonorono a raccolta; e postesi in sulle spalle l'artiglierie che aveano condotte seco voltorno gli squadroni, ritenendo continuamente la solita ordinanza e camminando con lento passo verso Milano: e con tanto stupore de' franzesi che, di tutto l'esercito, niuno né de' fanti né de' cavalli ebbe ardire di seguitargli. Solo due compagnie delle loro, rifuggitesi in una villa, vi furono dentro abbruciate da i cavalli leggieri de' viniziani.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Storia d'Italia
di Francesco Guicciardini
pagine 2094

   





Italia Alviano Milano