Pagina (1292/2094)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Finalmente Cesare, il quale, riscossi dalla città di Bergamo sedicimila ducati, era andato sotto speranza di uno trattato verso Crema, ritornato senza fare effetto nel bergamasco, deliberò di andare a Trento. Però, significata a' capitani dell'esercito la sua deliberazione, e affermato muoversi a questo per fare nuovi provedimenti di danari, co' quali e con quegli del re di Inghilterra, che erano in cammino, ritornerebbe subito, gli confortò ad aspettare il suo ritorno: i quali, saccheggiato Lodi ed espugnata senza artiglierie la fortezza e saccheggiata la terra di Santangelo, stretti dal mancamento delle vettovaglie, si erano ridotti nella Ghiaradadda. È fama che Cesare nel medesimo parlamento, perché i cappelletti de' viniziani (sono il medesimo i cappelletti che gli stradiotti), divisi in piú parti e correndo per tutto il paese infestavano dí e notte l'esercito, stracco insieme con gli altri da tante molestie, disse a' suoi che si guardassino da' cappelletti, soggiugnendo (se è vero quel che allora si divulgò) che gli erano sempre, come si diceva di Iddio, in qualunque luogo.
      Fu dopo la partita di Cesare qualche speranza che i svizzeri, co' quali a Romano si uní tutto l'esercito, passassino di nuovo il fiume dell'Adda; perché nel campo era venuto il marchese di Brandiborg, e a Bergamo il cardinale sedunense con trentamila ducati mandati dal re di Inghilterra: per il quale timore il duca di Borbone, da cui erano partiti quasi tutti i svizzeri, e i soldati viniziani erano venuti con l'esercito in sulla riva di là dal fiume.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Storia d'Italia
di Francesco Guicciardini
pagine 2094

   





Cesare Bergamo Crema Trento Inghilterra Lodi Santangelo Ghiaradadda Cesare Iddio Cesare Romano Adda Brandiborg Bergamo Inghilterra Borbone