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      Ferito Lorenzo, i capitani accorgendosi che, ancora che fusse battuto il muro, restava troppa altezza del terrapieno, cominciorono a fare una mina, con la quale entrati sotto uno torrione che era contiguo al muro battuto gli dettono il quinto dí il fuoco; il quale avendo con grande impeto gittato in terra a mezzodí il torrione e uno pezzo grande della muraglia congiunta a quello, si cominciò subito a dare la battaglia, ma con poco ordine e quasi a caso, la quale non partorí altro frutto che quello che sogliono comunemente partorire gli assalti male ordinati: nondimeno, essendo venuta la notte, i soldati non sperando soccorso, perché Francesco Maria, o per non perdere quello sito o per altra cagione, non si era partito dallo alloggiamento di Montebaroccio, si arrenderono salvo l'avere e le persone, lasciando in preda bruttamente gli uomini della terra.
     
      Lib.13, cap.5
     
      Il cardinale di Santa Maria in Portico legato pontificio all'esercito; tumulti per questioni fra soldati tedeschi e italiani; conseguente sospensione delle operazioni. Defezione di soldati spagnuoli dall'esercito pontificio. Strage di soldati tedeschi. Defezione di guasconi e di tedeschi dall'esercito pontificio. Consiglio dei capi dell'esercito di rimettere i Bentivoglio in Bologna e sdegno del pontefice per tale proposta.
     
      Per la ferita di Lorenzo, costituito in gravissimo pericolo della vita, il pontefice mandò legato allo esercito il cardinale di Santa Maria in Portico; il quale, congiunta già la fortuna a' pessimi governi, cominciò con infelici auspici a esercitare quella legazione.


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Storia d'Italia
di Francesco Guicciardini
pagine 2094

   





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