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      Sopra la quale cosa essendo stati esaminati molti pareri d'uomini militari e di persone perite de' paesi, della disposizione delle provincie e delle forze e armi di quello imperio, si risolveva essere necessario che, fatta grossissima provisione di danari con la contribuzione volontaria de' príncipi e con imposizione universale a tutti i popoli cristiani, Cesare accompagnato dalla cavalleria degli ungheri e de' polloni, nazioni bellicose ed esercitate in continue guerre contro a' turchi, e con uno esercito, quale si convenisse a tanta impresa, di cavalli e di fanti tedeschi, navigasse per il Danubio nella Bossina (dicevasi anticamente Misia) per andare di quivi in Tracia e accostarsi a Costantinopoli sedia dello imperio degli ottomanni; che il re di Francia, con tutte le forze del regno suo, de' viniziani e degli altri d'Italia, accompagnato dal peditato de' svizzeri, passasse dal porto di Brindisi in Albania, passaggio facile e brevissimo, per assaltare la Grecia piena di abitatori cristiani, e per questo e per la acerbitŕ dello imperio de' turchi dispostissima a ribellarsi; che i re di Spagna di Portogallo e d'Inghilterra, congiunte l'armate loro a Cartagenia e ne' porti vicini, si dirizzassino con dugento navi piene di fanti spagnuoli e d'altri soldati allo stretto di Galipoli, per assaltare, espugnati che fussino i Dardanuli (altrimenti le castella poste in su la bocca dello stretto), Gostantinopoli: al quale cammino navigasse medesimamente il pontefice, movendosi da Ancona, con cento navi rostrate.


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Storia d'Italia
di Francesco Guicciardini
pagine 2094

   





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