Pagina (1386/2094)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Il quale era tanto alieno da questo sospetto che con difficoltà si indusse a prestargli fede; pure, movendolo piú che altro quello riscontro del muro rotto, cominciò a prepararsi di gente; né mostrando avere sospetto del pontefice, benché sentisse in sé altramente, fattogli intendere le insidie che gli erano ordinate dal vescovo Ventimiglia, lo supplicò che e' commettessi ai governatori vicini che, occorrendogli di bisogno, gli porgessino aiuto: la quale cosa fu dal pontefice con favorevoli brevi eseguita prontamente, ma data però nel tempo medesimo occultamente altra commissione.
      La fama che a Ferrara si cominciasse a fare provisione, aggiunta alla difficoltà di passare Po, tolse al vescovo ogni speranza: però condottosi con le genti presso alla Concordia, mentre che con quegli che vi erano dentro, insospettiti già di lui, tratta di volere offendere la Mirandola, presentatosi allo improvviso una notte alle mura della Concordia, gli fece dare la battaglia, ma per dare cagione agli uomini di credere che non per andare a Ferrara ma per occupare la Concordia fusse venuto in quegli luoghi. Fu vano questo assalto: dopo il quale i fanti con sua licenza si dissolverono; lasciata opinione in molti e in Alfonso medesimo che se non gli era interrotto la facoltà di passare Po, arebbe ottenuta, per il muro rotto, Ferrara, dove non era gente alcuna, non sospetto, il duca ammalato gravemente, e il popolo in modo male sodisfatto di lui che pochissimi, in uno tumulto quasi improviso, arebbono prese l'armi o oppostisi al pericolo.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Storia d'Italia
di Francesco Guicciardini
pagine 2094

   





Ventimiglia Ferrara Concordia Mirandola Concordia Ferrara Concordia Alfonso Ferrara