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      E accrebbe [l'indegnazione] che il pontefice, il quale per la facilità della natura sua esercitava in molte cose con poca maestà l'officio pontificale, donò a Maddalena sua sorella lo emolumento e l'esazione delle indulgenze di molte parti di Germania, la quale, avendo fatto deputare commissario il vescovo Arcimboldo, ministro degno di questa commissione, che l'esercitava con grande avarizia ed estorsione, e sapendosi per tutta la Germania che i danari che se ne cavavano non andavano al pontefice o alla camera apostolica (donde pure sarebbe forse stato possibile che qualche parte se ne fusse spesa in usi buoni), ma era destinata a sodisfare all'avarizia d'una donna, aveva fatto detestabile non solo la esazione e i ministri di quella ma il nome ancora e l'autorità di chi tanto inconsultamente le concedeva. La quale occasione avendo presa il Lutero, e avendo cominciato a disprezzare queste concessioni e a tassare in queste l'autorità del pontefice, moltiplicandogli in causa favorevole agli orecchi de' popoli numero grande di uditori, cominciò ogni dí piú scopertamente a negare l'autorità del pontefice.
      Da questi princípi forse onesti o almanco, per la giusta occasione che gli era data, in qualche parte scusabili, traportandolo l'ambizione e l'aura popolare, e il favore del duca di Sassonia, non solo fu troppo immoderato contro alla potestà de' pontefici e autorità della Chiesa romana; ma trascorrendo ancora negli errori de' boemi, cominciò in progresso di tempo a levare le immagini delle chiese, a spogliare i luoghi ecclesiastichi de' beni, permettere a' monachi e alle monache professe il matrimonio, convalidando questa opinione non solo con l'autorità e con gli argomenti ma eziandio con l'esempio di se medesimo; negare la potestà del papa distendersi fuora dello episcopato di Roma, e ogn'altro episcopo avere nella diocesi sua quella medesima autorità che aveva il papa nella romana; disprezzare tutte le cose determinate ne' concili, tutte le cose scritte da quegli che si chiamano i dottori della Chiesa, tutte le leggi canoniche e i decreti de' pontefici, riducendosi solo al Testamento Vecchio al libro degli Evangeli agli Atti degli apostoli e a tutto quello che si comprende sotto il nome del Testamento Nuovo e alle epistole di san Paolo, ma dando a tutte queste nuovi e sospetti sensi e inaudite interpretazioni.


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Storia d'Italia
di Francesco Guicciardini
pagine 2094

   





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