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      Né stette in questi termini la insania di costui e de' seguaci suoi, ma seguitata si può dire da quasi tutta la Germania, trascorrendo ogni dí in piú detestabili e perniciosi errori, penetrò a ferire i sagramenti della Chiesa, disprezzare i digiuni le penitenze e le confessioni; scorrendo poi alcuni de' suoi settatori, ma diventati già in qualche parte discrepanti dalla autorità sua, a fare pestifere e diaboliche invenzioni sopra la eucarestia. Le quali cose, avendo tutte per fondamento la reprobazione della autorità de' concili e de' sacri dottori, hanno dato adito a ogni nuova e perversa invenzione o interpretazione; e ampliatosi in molti luoghi, eziandio fuora della Germania, per contenere dottrina di sorte che, liberando gli uomini da molti precetti, trovati per la salute universale dai concili universali della Chiesa dai decreti de' pontefici dalla autorità de' canoni e dalle sane interpretazioni de' sacri dottori, gli riducono a modo di vita quasi libero e arbitrario.
      Sforzavasi ne' princípi suoi di spegnere questa pestifera dottrina il pontefice, non usando per ciò i rimedi e le medicine convenienti a sanare tanta infermità. Perché citò a Roma Martino Luther sospeselo dallo officio del predicare, e dipoi per la inobbedienza sua lo sottopose alle censure ecclesiastiche; ma non si astenne da molte cose di pessimo esempio, e che dannate ragionevolmente da lui erano molestissime a tutti: donde il procedergli contro con l'armi ecclesiastiche non diminuí appresso a' popoli, anzi augumentò la riputazione di Martino, come se le persecuzioni nascessino piú dalla innocenza della sua vita e dalla sanità della dottrina che da altra cagione.


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Storia d'Italia
di Francesco Guicciardini
pagine 2094

   





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