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      Perché a' popoli di quei regni era stata molesta la promozione sua allo imperio, perché conoscevano che, con grandissima incomodità e detrimento di tutti, sarebbe per varie cagioni necessitato a stare non piccola parte del tempo fuora di Spagna; ma molto piú gli aveva mossi l'odio grande che avevano conceputo contro alla avarizia di quegli che lo governavano, massime contro a Ceures, il quale dimostratosi insaziabile aveva per tutte le vie accumulato somma grandissima di danari; il medesimo, avevano fatto gli altri fiamminghi, vendendo per prezzo a' forestieri gli uffici soliti darsi agli spagnuoli, e facendo venali tutte le grazie privilegi ed espedizioni che si dimandavano alla corte: in modo che, concitati tutti i popoli contro al nome de' fiamminghi, avevano, alla partita di Cesare, tumultuato quegli di Vagliadulit; e appena uscito di Spagna, sollevati tutti, non, secondo dicevano, contro al re ma contro a' cattivi governatori, e comunicati insieme i consigli, non prestando piú ubbidienza agli offiziali regi, avevano fatta congregazione della maggiore parte de' popoli: i quali, data forma al governo, si reggevano in nome della santa giunta (cosí chiamavano il consiglio universale de' popoli). Contro a' quali essendosi levati in arme i capitani e ministri regi, ridotte le cose in manifesta guerra, erano tanto moltiplicati i disordini che Cesare piccolissima autorità vi riteneva: donde in Italia e fuora cresceva la speranza di coloro che arebbono desiderato diminuire tanta grandezza.


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Storia d'Italia
di Francesco Guicciardini
pagine 2094

   





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