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      Indusse anche a maggiore confidenza l'animo del pontefice che Cesare, avendo udito nella dieta di Vuormazia Martino Luther, chiamato da lui sotto salvocondotto, e fatto esaminare le cose sue da molti teologi, i quali avevano referito essere dottrina erronea e perniciosa alla religione cristiana, gli dette per gratificare al pontefice il bando imperiale. La qual cosa spaventò tanto Martino che, se le parole ingiuriose e piene di minacci che gli disse il cardinale di San Sisto legato apostolico non lo avessino condotto a ultima disperazione, si crede sarebbe stato facile, dandogli qualche degnità o qualche modo onesto di vivere, farlo partire dagli errori suoi. Ma quello che si sia di questo, fu fatta tra il pontefice e Cesare, senza saputa di Ceures il quale insino a quel tempo aveva avuto in lui somma autorità, e il quale opportunamente morí quasi ne' medesimi dí, confederazione a difesa comune, eziandio della casa de' Medici e de' fiorentini: con aggiunta [di] rompere la guerra nello stato di Milano, in quegli tempi e modi che insieme convenissino: il quale acquistandosi, restasse alla Chiesa Parma e Piacenza, che le tenesse con quelle ragioni con le quali le aveva tenute innanzi, e che, atteso che Francesco Sforza, che era esule a Trento, pretendeva ragione nello stato di Milano per la investitura paterna e per la rinunzia del fratello, che acquistandosi fusse messo alla possessione, obligati i collegati a mantenervelo e difendervelo; che il ducato di Milano non consumasse altri sal


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Storia d'Italia
di Francesco Guicciardini
pagine 2094

   





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