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      Finalmente il [terzodecimo] dí poi che erano alloggiati a San Martino, l'esercito, passato la notte di là dal fiume della Parma, alloggiò in sulla strada romana, ne' borghi della porta che va a Piacenza, che si dice di Santa Croce; i quali, il dí davanti, lo Scudo, presentendo la loro venuta, avea fatti abbruciare. Divide la città di Parma, non con tali acque che non si possa, eccetto che ne' tempi molto piovosi, guadare, uno fiume del medesimo nome: la minore parte della quale, abitata da persone piú ignobili e che è circa la terza parte del tutto, detta dagli abitatori il Codiponte, rimane verso Piacenza. Elessono questo luogo i capitani per impedire piú facilmente che in Parma non entrasse soccorso, e molto piú perché la muraglia da quella parte era debole e situata in modo che non poteva percuotere per fianco. Aveva riferito il marchese, il quale il dí precedente era andato con alcuni capitani a speculare il luogo, che il dí medesimo si darebbe principio a battere la muraglia; ma essendo stato necessario, per levare le difese, battere prima, dal mezzo in su, una torre che era in sulla porta, di muro saldo e molto massiccia, si consumò tutto il dí intorno a questo, ove si roppe una colubrina grossa. Piantoronsi la notte seguente l'artiglierie alla muraglia, dalla mano sinistra della porta, secondo che si entra; ed era stato disegnato fare il medesimo dalla mano destra, mettendo con le batterie la porta in mezzo: perché, non si potendo, perché non erano stati condotti piú che sei cannoni e due colubrine grosse, piantare l'artiglierie in due luoghi separati, pareva che dal necessitare quegli di dentro a distendersi alla difesa per lungo spazio ne risultasse quasi il medesimo effetto.


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Storia d'Italia
di Francesco Guicciardini
pagine 2094

   





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