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      ato determinato. Cosí il dí medesimo, che fu il duodecimo poi che vi erano venuti a campo, ritornorno allo alloggiamento di San Lazzero; non senza pericolo di grandissimo disordine nel levarsi, perché i fanti tedeschi, dimandando circa i pagamenti condizioni sí inoneste che non si potevano concedere, ricusavano di seguitare l'esercito, e cassati i capitani vecchi che contradicevano aveano creato per capitano uno di loro, autore di questa sedizione; e si temeva non convenissino co' franzesi. Pure finalmente, essendo già partito l'esercito, e disperando ciascuno che avessino a mutare volontà, lo seguitorno. Nella quale confusione, essendo per la levata tanto subita e per il tumulto de' tedeschi ripieno l'esercito di terrore, non è dubbio che se fusse sopravenuto Lautrech gli metteva facilissimamente in fuga.
     
      Lib.14, cap.6
     
      Rammarico del pontefice e meraviglia generale per la decisione presa dai comandanti dell'esercito ispano-pontificio; posizione degli eserciti nemici. Sfortuna dell'esercito di Cesare in Fiandra. Nuovi piani di guerra degli ispano-pontifici. Cattiva fortuna e temerità dei fuorusciti milanesi. Vano tentativo di Giovanni de' Medici contro il ponte di barche sul Po. L'esercito pronto a passare al di là del fiume. Gli svizzeri lasciati nelle terre della Chiesa e contro il duca di Ferrara.
     
      Afflisse questa deliberazione maravigliosamente il pontefice, che aspettava che i suoi fussino entrati in Parma; parendogli di essere caduto, contro a ogni ragione, della speranza della vittoria, e trovandosi entrato in profondissimo pelago e sottoposto a peso gravissimo, perché, dalle genti d'arme e fanti spagnuoli in fuora, generalmente tutta la spesa della guerra si sopportava da lui; e, quel che era peggio, dubitando della fede de' capitani cesarei.


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Storia d'Italia
di Francesco Guicciardini
pagine 2094

   





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