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      .., che ancora riteneva il nome di duca di Traietto, benché lo stato fusse posseduto da Prospero Colonna.
      Ma nell'alloggiare l'esercito in sul fiume dell'Oglio, la fortuna, risguardando con lieto occhio le cose del pontefice e di Cesare, interroppe il consiglio infelice de' capitani; i quali aveano deliberato che dalla Corte de' Frati andasse l'esercito ad alloggiare alla terra di Bordellano, distante otto miglia, pure in sul fiume medesimo: ma non essendo stato possibile che, per essere la strada difficile, vi si conducessino l'artiglierie, fu necessario fermarsi alla terra di Rebecca, a mezzo il cammino; la quale da Pontevico, terra de' viniziani, divide solamente il fiume dell'Oglio. Nel quale luogo, mentre che si alloggiava, pervenne notizia che Lautrech, seguitato dalle genti de' viniziani, lasciati i carriaggi a Cremona, era venuto il dí medesimo a San Martino, distante cinque miglia; deliberato, se gli inimici procedevano innanzi, di riscontrargli il dí seguente in sulla campagna. Turbò questa cosa maravigliosamente la mente del cardinale de' Medici e de' capitani; perché avendo il senato viniziano, quando uní le genti sue a Lautrech, significata questa deliberazione con parole tali che pareva muoversi non per desiderio della vittoria del re di Francia ma per non avere causa giusta di non osservare la confederazione, si erano e prima persuasi, e la venuta del cardinale avea confermata questa opinione, che Andrea Gritti avesse occulto comandamento di non permettere che quelle genti combattessino: il quale presupposito apparendo falso, era necessario partirsi da' primi consigli; perché niuno negava essere superiore di forze l'esercito degli inimici, nel quale, oltre alla cavalleria molto potente e settemila fanti tra franzesi e italiani, erano diecimila svizzeri, ma nell'esercito del pontefice e di Cesare era tanto diminuito il numero de' tedeschi, e in qualche parte degli spagnuoli, che a fatica ascendevano al numero di settemila, e de' seimila italiani, perché erano la maggiore parte stati condotti di nuovo, si considerava piú il numero che la virtú. Deliberorno adunque Prospero e gli altri aspettare in quel luogo la venuta de' svizzeri; i quali, perché erano già mossi e perché il cardinale sedunense che gli menava avvisava che non si fermerebbono in luogo alcuno, si sperava non dovessino tardare piú che tre o quattro dí. Perciò, la mattina seguente, i capitani, considerato diligentemente il sito del luogo, ridussono a migliore forma l'alloggiamento fatto quasi tumultuariamente la sera dinanzi; non gli movendo il pericolo di potere essere aspramente offesi con l'artiglierie dalla terra opposita di Pontevico, perché il cardinale de' Medici, seguitando le prime impressioni, avea per cosa certa che i viniziani, non obligati al re di Francia ad altro che a concedere le genti per la difesa del ducato di Milano, non consentirebbono mai che dalle terre loro fusse data molestia all'esercito della Chiesa e di Cesare.


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Storia d'Italia
di Francesco Guicciardini
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