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      Messonsi, il terzo giorno che erano venuti, in ordinanza, facendo sembiante di volere dare la battaglia al riparo; il che non posono a effetto, o perché cosí fusse da principio la mente di Lautrech o perché, considerato il numero de' soldati che erano dentro, la disposizione del popolo e la prontezza che appariva de' difensori, se ne rimovesse, per la difficoltà manifesta della cosa: ma il dí medesimo, i sassi di una casa battuta dall'artiglieria di dentro ammazzorono Marcantonio Colonna, capitano di grandissima espettazione, e Cammillo Triulzio figliuolo naturale di Gianiacopo, che presso a quella casa passeggiavano insieme, ordinando di fare lavorare un cavaliere per potere tirare con l'artiglierie tra i due ripari degli inimici. Ma Lautrech, non confidando di spugnare Milano, pensava potere con la lunghezza del tempo pervenire alla vittoria; perché, per la moltitudine de' suoi cavalli e con tanti fuorusciti che lo seguitavano, facendo correre per la maggiore parte del paese, dava impedimento assai che non vi entrassino vettovaglie, avea fatto rompere tutti i mulini, e derivato l'acque de' canali da' quali quella città riceve grandissime comodità. Sperava similmente che a' soldati di dentro avessino a mancare gli stipendi; i quali si sostenevano co' danari pagati da' milanesi, perché da Cesare e del reame di Napoli e di altro luogo ne era mandata piccolissima quantità. Ma era maraviglioso l'odio del popolo milanese contro a' franzesi, maraviglioso il desiderio del nuovo duca: per le quali cose, tollerando pazientemente qualunque incomodità, non solo non mutavano volontà per tante molestie ma messa in arme la gioventú ed eletti per ciascuna parrocchia capitani, concorrendo prontissimamente dí e notte le guardie a' luoghi remoti dall'esercito, alleggerivano molto le fatiche de' soldati.


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Storia d'Italia
di Francesco Guicciardini
pagine 2094

   





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