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      Accrebbe la dilazione, e forse anche le difficoltà di questa pratica, la morte di Ieronimo Adorno il quale, persona di grande spirito ed esperienza benché giovane, la trattava con molta autorità e con destrezza singolare: in luogo del quale vi fu mandato da Milano, in nome di Cesare, Marino Caracciolo protonotario apostolico, il quale molti anni poi fu da Paolo terzo pontefice promosso alla degnità del cardinalato. Trattoronsi queste cose in Vinegia molti mesi, perché da altra parte il re di Francia faceva assiduamente, per gli imbasciadori suoi, diligenza grandissima in contrario, promettendo, ora con lettere ora con uomini propri, di passare presto con potentissimo esercito in Italia: perché tra' senatori erano varietà grandi di pareri e assidue disputazioni. Perché molti consigliavano che non si abbandonasse la confederazione del re di Francia, confidandosi che presto avesse a mandare l'esercito in Italia; la quale speranza il re sforzandosi con somma diligenza di nutrire aveva, oltre a molti altri, mandato di nuovo Renzo da Ceri a Vinegia, a promettere questo medesimo e a dimostrare che già le cose erano preparate: altri, considerando per l'esperienza delle cose passate le negligenti esecuzioni di quel re, non confidavano che avesse a passare, e questa opinione si accresceva per le lettere di Giovanni Baduero oratore loro in Francia, il quale, prestando fede a quello che gli era referito dal duca di Borbone (il quale, già congiunto occultissimamente contro al re, desiderava che i viniziani si unissino con Cesare), affermava che 'l re di Francia per quello anno non passerebbe né manderebbe esercito in Italia.


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Storia d'Italia
di Francesco Guicciardini
pagine 2094

   





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