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      Perché la potenza della Maestà vostra è augumentata tanto che è troppo formidabile a ciascuno; e come si vegga che si disegni maggiore progresso tutti di necessità si uniranno contro a voi. Ne teme il papa, ne temono i viniziani, ne teme Italia tutta; e, per i segni che spesso si sono veduti, è da credere che abbia a essere molesta al re d'Inghilterra. Potrannosi intrattenere qualche mese, con speranze e pratiche vane, i franzesi, ma bisognerà in ultimo che il re si liberi o che si disperino; disperati, si uniranno con tutti questi altri. Se il re si libera con condizioni per la Maestà vostra di poca utilità, e che guadagno si sarà fatto a perdere l'occasione di usare tanta magnanimità? la quale se non si mostra in questo principio, ancora che si mostrasse poi, non arà seco piú né laude né gloria né grazia pari; se con condizioni che vi sieno utili, non le osserverà, perché nessuna sicurtà che vi abbia data gli potrà importare tanto che non gli importi molto piú che lo inimico suo non diventi sí grande che poi lo possi opprimere: cosí aremo o una inutile pace o una pericolosa guerra, i fini delle quali sono incerti; ed [è] da temere piú da chi ha avuto sí lunga felicità la mutazione della fortuna, e da dispiacere piú quando le cose succedono male a chi ha avuto potestà di stabilirle tutte bene. Penso, Cesare, avere sodisfatto al comandamento vostro, se non con la prudenza almanco con l'affezione e con la fede; né mi resta altro che pregare Dio che vi dia mente e facoltà di fare quella deliberazione che sia piú secondo la sua volontà, sia piú secondo la vostra gloria, piú, finalmente, secondo il bene della republica cristiana: della quale, e per la degnità suprema che voi avete e perché si vede essere cosí la volontà divina, a voi conviene esserne padre e protettore.


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Storia d'Italia
di Francesco Guicciardini
pagine 2094

   





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