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      Per le quali cose difficultandosi ogni dí piú la pratica tra l'uno e l'altro principe, e aggiugnendosi la inclinazione che ordinariamente aveva al re di Francia il cardinale eboracense, le querele ancora che già palesemente faceva di Cesare, sí per gli interessi del suo re come perché gli pareva cominciare a essere disprezzato da Cesare, il quale, solendo innanzi alla giornata di Pavia non mandargli mai se non lettere scritte tutte di sua mano sottoscrivendosi: “il vostro figliuolo e cugino Ciarles”, avuta quella vittoria, cominciò a fargli scrivere lettere nelle quali non vi era piú scritto di mano propria altro che la sottoscrizione, non piú piena di titoli di tanta riverenza e sommissione ma solamente con il proprio suo nome: “Ciarles”; tutte queste cose furono cagione che il re d'Inghilterra, raccolto con umanissime parole e dimostrazioni l'uomo mandatogli da madama la reggente, e confortatola a sperare bene delle cose future, non molto poi, alienato totalmente l'animo dalle cose di Cesare, contrasse confederazione con madama contraente in nome del figliuolo; nella quale volle inserisse espressa condizione che non si potesse concedere a Cesare, eziandio per la liberazione del re, cosa alcuna posseduta allora dal reame di Francia. Questa fu la prima speranza di salute che cominciasse ad avere il regno diFrancia, questo il principio di respirare da tante avversità augumentato poi continuamente per i progressi de' capitani cesarei in Italia: i quali, diventati insolentissimi per tanta vittoria, e persuadendosi che alla volontà loro avessino a cedere tutti gli uomini e tutte le difficoltà, perderono l'occasione di concordare i viniziani, contravennono al pontefice nelle cose gli avevano promesse, ed empiendo lui il duca di Milano e tutta Italia di sospetto sparsono i semi di nuove turbazioni; le quali messono finalmente Cesare in necessità di fare deliberazione precipitosa, con pericolo grandissimo dello stato suo d'Italia, se non avesse potuto piú la sua antica felicità o il fato malignissimo del pontefice: cose certamente degnissime di particolare notizia, perché di accidenti tanto memorabili si intendino i consigli e i fondamenti; i quali spesso sono occulti, e divulgati il piú delle volte in modo molto lontano da quel che è vero.


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Storia d'Italia
di Francesco Guicciardini
pagine 2094

   





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