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      Perché chi non sa quanto piú potente sarà la lega che abbia per capo il re di Francia, libero e nel regno suo, che quella che si facesse col governo di Francia restando il re vostro prigione? Chi non sa che nissuna ragione ha tenuto insino a ora il papa ambiguo a confederarsi contro a voi se non il timore che voi non separiate i franzesi da loro con offerirgli il suo re? di che temeranno manco quando aremo i figliuoli e non lui. Cosí la medicina che noi prepariamo usare per fuggire il pericolo sarà quella che senza comparazione lo accrescerà, e in cambio di interrompere questa unione saremo il mezzo noi che la si faccia, e piú stabile e piú potente. Sarammi detto: che parere è adunque il tuo? consigli tu che di tanta vittoria non si tragga alcuno profitto? abbiamo noi a stare continuamente in queste perplessità? Io confermo quel che ho detto molte volte: che è troppo nocivo il prendere in una volta tanto cibo che lo stomaco non sia potente a comportarlo, e che è necessario o, reintegrandosi con Italia (che non dimanda altro da noi che di essere assicurata), cercare di avere dal re di Francia la Borgogna e quel piú che noi possiamo, o fare uno accordo con lui per il quale ci resti Italia a discrezione, ma sí dolce, in quanto agli interessi suoi, che gli abbi causa di osservarlo; e nella elezione tra queste due vie bisogna, Cesare, che la prudenza e la bontà vostra preponga quello che è stabile e piú giusto a quello che al primo aspetto paresse forse piú utile e maggiore. Confesso che piú ricco stato e piú opportuno a molte cose è quel di Milano che la Borgogna, e che non si può fare amicizia con Italia che non si lasci Milano o a Francesco Sforza o a uno altro del quale il papa si contenti; e nondimeno lodo molto piú il fare questo che lo accordare co' franzesi: perché di giustizia piú è vostra la Borgogna che non è Milano, piú facile a mantenere che quella, dove non è alcuno che vi voglia.


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Storia d'Italia
di Francesco Guicciardini
pagine 2094

   





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