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      Al quale impeto cominciando i capitani a temere di non potere resistere, ebbeno (cosí affermano molti) inclinazione di partirsi con la gente da Milano; e si crede che cosí arebbeno messo in esecuzione se il popolo avesse unitamente dimostrato di volere procedere alla offensione loro e de' soldati. Ma cominciorno imperitamente a saccheggiare la corte vecchia, dove risedeva il capitano della giustizia criminale con certo numero di fanti; cominciando a volere fare il principio da quello che doveva essere l'ultimo della loro esecuzione: dal quale disordine i capitani imperiali avendo ripreso animo, fortificate le loro strade e chiamata la maggiore parte de' fanti che stavano allo assedio del castello, si congregorono insieme per resistere se il popolo volesse assaltargli. Questo dette occasione a quegli che erano assediati di uscire fuora del castello ad assaltare i ripari fatti dalla parte di dentro, ma si ritirorono presto non vedendo avere soccorso dal popolo; il quale, parte per essere inesperto all'armi parte per portare alle case loro le robe guadagnate nel sacco di corte vecchia, non solo non faceva l'operazioni convenienti ma si andava piú presto risolvendo: con la quale occasione i capitani, interponendosi alcuni de' gentiluomini, sedorono anche questo tumulto, ma con promissione di cavare tutti i soldati della città e del contado di Milano, eccetto i fanti tedeschi che erano allo assedio del castello. Cosí facilmente dalla astuzia degli uomini militari si era fuggito uno gravissimo pericolo, elusa la imperizia dell'armi de' popolari, e i disordini ne' quali facilmente la moltitudine tumultuosa, e che non ha capi prudenti o valorosi, si confonde.


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Storia d'Italia
di Francesco Guicciardini
pagine 2094

   





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