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      Ma altrimenti sentiva il duca d'Urbino, già risoluto che l'accostarsi a Milano senza una grossa banda di svizzeri fusse cosa di molto pericolo. Ma non volendo scoprire agli altri totalmente questa sua opinione, deliberò, con fare poco cammino e soprasedere sempre almanco uno dí per alloggiamento, dare tempo alla venuta de' svizzeri; sperando dovessino arrivare allo esercito in pochissimi dí, e disprezzando tutto quello che si proponeva fusse da fare in caso non venissino, non ostante che per i progressi succeduti insino a quel dí fusse da dubitarne. Perciò, essendo lo esercito ecclesiastico, il dí dopo l'acquisto di Lodi, andato ad alloggiare a San Martino, a tre miglia appresso a Lodi, fu conchiuso nel consiglio comune che, soprastati ancora uno dí gli ecclesiastici e i viniziani ne' medesimi alloggiamenti, andassino poi il dí prossimo ad alloggiare a Lodi Vecchio, lontano da Lodi cinque miglia (dove dicono essere stato edificato Lodi da Pompeio magno) e distante tre miglia dalla strada maestra verso Pavia, a cammino che accennava a Milano e a Pavia, per tenere in piú sospensione i capitani imperiali: il quale dí gli eserciti ecclesiastici e viniziani camminando si unirono in su la campagna, pari quasi di fanteria (che in tutto erano poco manco di ventimila fanti), ma i viniziani piú abbondanti di genti d'arme e di cavalli leggieri, de' quali gli ecclesiastici tuttavia si provedevano, e ancora con molto maggiore provisione di artiglieria e di munizioni e di tutte le cose necessarie.


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Storia d'Italia
di Francesco Guicciardini
pagine 2094

   





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