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      Ma in questo mezzo i successi avversi delle cose avevano indebolito molto dell'animo del pontefice, non bene proveduto di danari alla lunghezza, la quale già appariva, della guerra, né disposto a provederne con quegli modi che ricercava la importanza delle cose, e co' quali erano soliti a provederne gli altri pontefici, non era bene sicuro della fede del duca di Urbino, né confidava molto della sua virtú: ricevuta anche grandissima alterazione che nella declinazione delle cose avesse dimandato il capitanato generale, onore solito a dimandarsi piú presto per premio della vittoria. Ma lo turbava ancora molto piú il non si vedere che gli effetti del re di Francia corrispondessino alle obligazioni della lega, e a quello che ciascuno si era promesso di lui. Perché, oltre all'essere proceduto molto lentamente al pagamento de' quarantamila ducati per il primo mese, e la tardità usata alle provisioni necessarie per la espedizione de' svizzeri, non si vedeva preparazione alcuna per dare principio a muovere la guerra di là da' monti, allegando essere necessario che prima si facesse la intimazione a Cesare, secondo che si disponeva per i capitoli della confederazione; perché, facendo altrimenti, il re di Inghilterra, il quale aveva lega particolare con Cesare a difensione comune, per avventura lo aiuterebbe, ma fatta la intimazione cesserebbe questo rispetto; e che però prontamente moverebbe la guerra, e sperava che il re di Inghilterra farebbe il medesimo: il quale prometteva, subito che fusse fatta la intimazione, protestare a Cesare, e dipoi entrare nella confederazione fatta a Cugnach.


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Storia d'Italia
di Francesco Guicciardini
pagine 2094

   





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