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      E nondimeno la tardità e i successi poco prosperi de' confederati facevano che si potesse aspettare ogni dilazione. Perché Malatesta, condotto a Cremona, piantò, la notte de' sette di agosto, l'artiglierie alla porta della Mussa, giudicando quel luogo essere debole perché era male fiancheggiato e senza terrapieno; e volendo nel tempo medesimo dare lo assalto dalla banda del castello, giudicava a proposito battere in luogo lontano, perché fussino necessitati quegli di dentro a dividere tanto piú le genti loro. Nondimeno, battuto che ebbe, parendogli che quel luogo fusse forte e bene riparato, e (credo) la batteria fatta tanto alto che restava troppo eminente da terra l'altezza del muro, si risolvé di non gli dare lo assalto ma cominciare, con consiglio diverso, una batteria nuova vicina al castello, in luogo detto Santa Monica, dove già aveva battuto Federigo da Bozzole: e nel tempo medesimo faceva due trincee in su la piazza del castello, una che tirava a mano destra verso il Po, dove quegli di dentro avevano fatto due trincee; e sperava, con la sua, tôrre loro uno bastione al quale già si era avvicinato a sei braccia, il quale bastione quale già si era avvicinato a sei braccia, il quale bastione era nella prima trincea loro appresso alla muraglia della terra; e pigliandolo, disegnava servirsene per cavaliere a battere a lungo della muraglia dove batterono i franzesi. Però gli imperiali facevano un altro bastione dietro all'ultima trincea loro. L'altra trincea di Malatesta era da mano sinistra verso la muraglia, e già tanto vicina alla loro che si aggiugnevano co' sassi.


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Storia d'Italia
di Francesco Guicciardini
pagine 2094

   





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