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      Ma la fortuna volle mostrarsi favorevole a quegli di fuori, se avessino saputo o conoscere o pigliare l'occasione: perché la notte, venendo i quindici, cascorono da se medesime circa cinquanta braccia di muraglia tra la porta di Santo Luca e il castello, insieme con uno pezzo della loro artiglieria; dove se con prestezza, venuto che fu il dí, si fusse presentata la battaglia erano quegli di dentro, spaventati da accidente sí improviso, senza speranza di resistere, perché il luogo dove arebbeno avuto a stare alla difesa restava scoperto dall'artiglieria del castello. Ma mentre che Malatesta tarda, prima a risolversi poi a mettere in ordine di dare lo assalto, i soldati, lavorando di dentro sollecitamente, e copertisi, la prima cosa, co' ripari dalla artiglieria del castello, si riparorono
      anche alla fronte degli inimici; in modo che quando fu presentato lo assalto, che erano già venti ore del dí, ancora che a quella banda si voltasse la maggiore parte del campo, nondimeno si accostorono, perché andavano troppo scoperti, con gravissimo danno; e accostatisi, erano, oltre all'altre difese, battuti da infiniti sassi gittati da quegli di dentro, in modo vi restò morto Giulio Manfrone il capitano Macone e molti altri soldati di condizione. Dettesi anche nel tempo medesimo un altro assalto per la via del castello, dove furno ributtati, benché con poco danno: ed era anche ordinato che alla batteria fatta da Santa Monica si desse un altro assalto, con ottanta uomini d'arme cento cavalli leggieri e mille fanti; ma, avendo trovato il fosso pieno di acqua e il luogo bene fortificato, si ritirorono senza tentare.


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Storia d'Italia
di Francesco Guicciardini
pagine 2094

   





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