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      Sotto la quale capitolazione mentre che il papa, tenendo conto piú che di altro della fede di Vespasiano, incauto si riposa, avendo licenziato i cavalli e quasi tutti i fanti che aveva soldato, e quegli pochi che gli restavano mandati ad alloggiare nelle terre circostanti, e raffreddato anche i disegni dello assaltare il regno di Napoli, le spesse querele e protesti che avevano da Cremona e da Genova (donde era significato che, se i progressi de' confederati non si interrompevano con potente diversione, quelle città non potevano piú sostenersi); però, non avendo modo a fare scopertamente guerra gagliarda e che partorisse rimedi sí subiti, volsono l'animo e i pensieri a opprimere con insidie il pontefice.
      Le quali mentre che si preparano, acciò che alla afflizione che aveva per le cose proprie si aggiugnesse anche l'afflizione per le cose publiche, sopravenneno nuove che Solimanno ottomanno principe de' turchi aveva rotto in battaglia ordinata Lodovico re di Ungheria, conseguendo la vittoria non manco per la temerità degli inimici che per le forze sue; perché gli ungheri, ancora che pochissimi di numero a comparazione di tanti inimici, confidatisi piú nelle vittorie avute qualche volta per il passato contro a' turchi che nelle cose presenti, persuasono al re, giovane di età ma di consiglio anche inferiore alla età, che per non oscurare la fama e l'antica gloria militare de' popoli suoi, non aspettato il soccorso che veniva di Transilvania, si facesse incontro agli inimici, non recusando anche di combattere in campagna aperta, nella quale i turchi per la moltitudine innumerabile de' cavalli sono quasi invitti.


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Storia d'Italia
di Francesco Guicciardini
pagine 2094

   





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